Le dieci vergini
Sinceramente, nella vita vi sarà capitato di
trovarvi di fronte ad un ventaglio di scelte, sapendo che qualunque cosa avreste
fatto certamente avreste sbagliato? Se mai vi è capitato, vi è impossibile
sapere cosa vi siete persi. Una gamma di emozioni pazzesche. Al contrario può
esservi capitato, o quanto meno di conoscere delle persone, che qualsiasi cosa
avrebbero scelto avrebbero scelto bene. In una parola, impossibile sbagliare.
Se l'esperienza non è personale, ma riguarda altri, generalmente sono tipi che
si perdono di vista per un poco di anni. Poi li rivedi e fai fatica a capire
come abbiano potuto sbagliare. Come dire, l'errore nell'elenco delle opzioni
era assente. Da dove lo hanno preso? Il Vangelo di oggi, quello delle dieci
vergini, mi fa pensare. Per quelli che volessero leggerlo ricordo che è un
brano di Matteo, capitolo 25, dal versetto uno al tredici. Racconta di uno
schema di vita a prova di errore. Dieci vergini, tutte destinate ad uno sposo,
immagino un principe. Tutte e dieci pronte. Tutte vanno incontro allo sposo,
tutte, come l'usanza, hanno preso le lampade. Lo sposo tarda, per tutte e
dieci. Insieme si assopiscono e si addormentano. Un grido annuncia l'arrivo
dell'atteso, tutte e dieci lo sentono. Si svegliano tutte e si preparano.
Prendono le lampade, ma solo cinque hanno pensato a portare l'olio. Altre
cinque, ne sono sprovviste. Che sceme. Infatti sono le vergini stolte, che per
contrasto fanno meritare alle altre l'aggettivo di sagge. Datecene un poco del vostro, chiedono le sceme. Impossibile, mancherebbe anche a noi, la
cosa migliore è che lo andiate a comprare. Giustamente si esprimono così le
altre. Senza la lampada accesa, niente
accoglienza dello sposo, niente matrimonio. Ed ecco che le sceme, da quando
potevano solo far bene, ora qualunque cosa sceglieranno, possono solo
sbagliare. Infatti, mentre vanno a comprare l'olio, lo sposo arriva e restano
escluse dal matrimonio. Pensiamoci un attimo, quanto olio può servire ad una
lampada? Una boccetta. Per la sbadataggine di lasciar perdere di farne scorta,
sono passate in un istante da una vita ben riuscita ad un fallimento. Lo scrivo
senza fare il saputo, a me è successo. L'esperienza conta. Le care sagge mica
sanno come andranno le cose. Altrimenti avrebbero suggerito alle altre cinque
di fare come loro. Al contrario tacciono su questo, in quanto agiscono semplicemente
secondo natura o meglio, come le hanno educate a fare chi le ha formate. L'orario
di arrivo dell'amato sposo è sconosciuto anche a loro. Trattandosi di una
boccetta sanno bene che è impossibile condividere l'olio e credono di dare un
buon consiglio: andate a comprarne e
tornate. Sarà un’esperienza per tutte scoprire che l’arrivo del principe sarebbe
stato repentino, soprattutto tenuto conto dell’attesa a cui le aveva sottoposto
il ritardo. Sappiamo tutti che è proprio così. Le cose nella vita che sembrano
non debbano accadere più, poi accadono all’improvviso. Se le cinque sceme
avessero avuto il buon consiglio di una che era stata scema prima di loro,
sarebbero convogliate a nozze tutte e dieci. Dunque la partita della vita si gioca con una semplice boccettina d’olio.
Mi pare proprio il caso di dire, è Vangelo. Così faccio appello a tutti i
genitori, i professori, i formatori di qualunque tipo, di informare, i giovani
in particolare, di questa conoscenza, di questo si tratta. Di andare incontro
alle tappe fondamentali delle propria vita, muniti della boccettina d’olio.
Cosa possa essere, ciascuno lo sa. Tralascio di fare gli esempi dei casi miei,
per evitare di rendere barbosa questa riflessione: se avessi… Quello che è
fatto è fatto. Propongo qualche generalizzazione. Cambiamenti di atteggiamenti,
lavoro per migliorare delle convinzioni, abbandono dei soliti errori. Umiltà
per aspettare, ragionevolezza per inquadrare la situazione. Aggiungerei qualche
buon consiglio a cui attingere. Per non dire di quanto imbrigliano gli attaccamenti
a certi vizi. Stamani riflettevo cu certi casi di avarizia che ho conosciuto.
Si pensa sempre che l’avarizia sia un atteggiamento conservatore. Al contrario
è come il buco in un secchio. Fa perdere di valore quello che si possiede. L’avaro
la boccetta l’avrebbe lasciata a casa, per non sciuparla, lo scemo. L’avarizia
deprime i valori della vita, affetti, amicizia, stima. L’olio che si possiede
evapora. Temo che i giovani di oggi li stiano formando da avari. Da ragazzo se
portavo gli amici in pizzeria per il mio compleanno pagavo per tutti. Oggi si
usa che ognuno paghi per se. Questo è un fatto antropologico. Ciascuno è
abituato a pensare solo a se. Al contrario la vita richiede che si impari a
pensare all’altro. A come andargli incontro. Tutte le religioni insegnano
questo, persino quelle laiche. Lo fanno semplicemente in quanto è così.
Pertanto la storia delle vergini mette a disposizione una necessaria
informazione. La boccetta d’olio è
indispensabile, la lampada deve restare accesa, altrimenti la vita si ferma.
Poi chi non lo vuole capire è libero. Gli scemi ci sono sempre. A me piace
aggiungere un seguito alla storia raccontata da Matteo. Tre delle cinque
vergini passeranno il resto della vita a piangere e recriminare su come sono
andate le cose. Caso mai accusando le cinque fortunate di essere state tanto
crudeli da non aver voluto condividere. Poi moriranno. Due invece, tornate a
casa guarderanno la boccetta d’olio e si renderanno conto che di essere state
proprio delle sprovvedute. Così si risolveranno di dedicare la vita a preparare
altre vergini, avendo cura di insegnar loro l’importanza della piccola boccetta.
Così saranno felici formando altre alla felicità. La loro vita sarà una
missione e il loro operato la più preziosa grazia per le giovani fanciulle che
per sempre le saranno grate. Quando moriranno tutti le rimpiangeranno, e il
racconto del loro servizio sarà passato di generazione in generazione come
esempio. Guardate bene, che nella vita vera le cose vanno proprio così.
Arturo Lanìa