mercoledì 4 luglio 2018

Il Dio degli Sfigati


Il Dio degli Sfigati

Una volta, un amico a me caro, un uomo capace, che con sacrifici e impegno, ha costruito la sua carriera da ingegnere, la sua azienda, la sua famiglia, mi disse che non "andava in chiesa, per non nascondersi tra gli sfigati". Fuori dal contesto, la frase si presta a critiche, ma il mio amico non è un acre mordace, ma un mite e riflessivo. Espresse l'idea che si era fatto, osservando. Anche io, che amo vivere la messa tutti i giorni, mi guardo intorno e vedo donne anziane, religiose, qualche tipo curioso ed io. Il ragionamento parte proprio dall'affermare il punto, in chiesa ci vanno gli sfigati ed io lo sono. Sono finito in una precarietà angosciante, ed in altri problemi che non elenco, che mi pongono in una oggettiva condizione di fragilità. Roba che nemmeno nei miei incubi mi sarei aspettato in gioventù. Proprio la mitezza e la ragionevolezza del mio amico illumina una constatazione. Solo in una chiesa, o meglio nella Chiesa, trovo diritto di cittadinanza e dignità. Non è poco. Un giorno a messa con me c'era un uomo che anni fa aveva una professione, il gioco e l'alcool si sono mangiati tutto, anche la famiglia. Dove poteva trovare dignità di accoglienza? Affacciamoci un attimo nello schema culturale che propone il mondo. Guardiamo alla politica dei paesi in cui viviamo. Una veloce sintesi fatta con un elenco di nomi. Donald Trump scelto dai democratici cittadini degli USA. Putin da quelli russi. Poi ancora la Meyer in Gran Bretagna, Sebastian Kurz in Austria. Non dimentico nemmeno Pedro Sanchez in Spagna oppure in Francia Macron e Édouard Philippe. Il fatto che sottolineo è culturale, non di geografia partitica che non so più nemmeno se ancora regge per distinguere. In Italia abbiamo il tridente e concludo l’elenco, Conte, Salvini, Di Maio. Insomma togliete al mondo quanto in questi duemila anni di Storia ha immesso la Chiesa con l’annuncio di Gesù Cristo e del “suo Vangelo della Montagna”, di quel suo “beati i poveri”, e l’essere umano è ridotto a nulla. Quell'arcano destino per cui alcuni possono accedere a risorse economiche e altri no troverebbe la soluzione con “il destino manifesto”, sulla base del quale i governi USA deportarono i nativi americani in riserve. Nel karma, di matrice indiana, che consente una società con paria senza alcuno scrupolo morale da parte di nessuno per occuparsi della loro emancipazione. Insomma, usando una categoria abbastanza nota di ragionamento per stigmatizzare, varrebbero solo gli uomini che posseggono. Gli altri, “sfigati”, colpiti da una sorte per qualunque motivo, trascendente, immanente, consequenziale, avrebbero l’unico diritto possibile alla loro condizione, deprimersi. Eppure a messa, me, l’ex professionista ed ex alcolista, le anziane signore, gli ammalati colpiti da malattie fisiche e mentali, i poveri del quartiere dove ero a celebrare, qualche tipo strano che non aveva dove andare, eravamo tutti insieme di fronte a DIO. Tutti i giorni non ci riceverebbe né un Sindaco, né un Presidente, né un Re. Lui si. Possiamo affermare che non esiste, che sia solo un’invenzione? Certo c’era la chiesa, bella addobbata, i sacerdoti, i ministranti, i cantori, i catechisti, il popolo orante. Per essere uno che non esiste ne è capace di fare di cose. Quelli che esistono allora possono meno? Se possono meno allora che - ci sono -  a fare? Se quelli che - ci sono - possono meno, ma hanno di più a cosa gli serve avere di più? A considerare quelli che hanno meno dei colpiti da una sorte infelice? Pensate, il vangelo del 21 giugno, giovedì, diceva, quando parlate a Dio chiamatelo Padre Nostro. Immaginate, ci sono anche i figli e proprio il Padre non esiste? Un Padre Nostro che ci ama, ci accoglie e ci ricorda. Si rivolge a “noi sfigati” e dice : <<Beati voi>>. Un fantasma, un’invenzione potrebbe parlare con tanto amore? Lasciando questa affermazione alla Storia Universale. Facendola diventare una pietra angolare su cui costruire e su cui chi ha dovrà sempre confrontarsi. Infatti in questa epoca in cui “gli sfigati” che vengono da Sud li si vorrebbe ributtare a mare. << State a casa vostra. Il di più che abbiamo è nostro e non vogliamo condividerlo. Difendiamo i nostri confini >>. Il pensiero del mondo è questo. A dire il vero non solo per quelli che vengono da Sud, ma da qualunque angolo della Terra, che siano vicini o lontani. Guardate bene, guardate quello che si vede. Il Dio “degli sfigati”, dei poveri, degli ultimi, degli esuli, dei malati, dei senza speranza, non ci lascia mai soli. Né mai permette che ci si dimentichi di noi. Invisibile, non si può dimostrare che esiste, eppure il suo popolo, i suoi figli, i suoi poveri, hanno sempre un posto speciale nella sua Chiesa.
Non so cosa avverrà nei prossimi tempi. Quello che so è che è ancora tempo per “La Buona Notizia”.