lunedì 31 gennaio 2022

 Napoli è una città di attori e di cantanti, si sa. Quando ci si alza in piedi ad applaudirli significa che sono bravi, davvero. Così è successo con Tonino Taiuti e Lino Musella alla fine dello spettacolo Play Duett. Per i più tecnici il genere è Jazz Session, insomma c’è anche una chitarra ed un’atmosfera jazz. Dentro la quale si muove un’energia di parole sapientemente governata dai due attori, che appunto giocano. Testi che vengono dal passato, quelli di Giovambattista Basile, di cui a breve si celebreranno gli anniversari di nascita e morte. Altri più contemporanei, i testi di Martone, intrecciandosi con altri di Petito, Viviani, Jacobelli e come detto con le vibrazioni jazz di una chitarra in sottofondo. Le voci appositamente gracchianti di Lino Musella, che si rimodulano in continuazione, dando vita breve, ritmica a personaggi diversi, narranti che giocano con figura apparentemente unica di Tonino Taiuti. Ma il suo personaggio si muove, attraversa la platea, esce di scena, vi ritorna, canta, recita, si rattrista, fa il comico. “ _Due nastri parlano tra loro. Di tragedie? Di vita dei giorni *nastri*_ “. Nessuno scroscio di risata, qualcosa di molto più da teatro, un flusso di piacere giocoso che si inocula nello spettare già incantato dalle parole, dalle voci, dall’atmosfera. Un lavoro, serio, costruito con maestria, che sintonizza gradualmente il divertimento del pubblico sul piacere di partecipare al teatro vero, dove la scrittura è significativa e l’interpretazione è arte. Sono attori come tanti Taiuti e Musella, ma tanto bravi che il pubblico contento li omaggia con un’ovazione di applausi. I due escono di scena passando tra gli applausi, colgo nel loro volto la soddisfazione profonda di chi sa di aver fatto bene il suo mestiere.