venerdì 31 gennaio 2020

Dorothy Day


Dorothy Day

Se mi avessero chiesto: <<Conosci Dorothy Day?>>, avrei risposto: <<Attivista cattolica americana degli anni Trenta>>. Guido Mocellin che scrive per Avvenire, svolge un lavoro, -chediolobenedica-, in quel modo sartoriale in cui informazione, cultura e formazione vengono confezionate insieme con un esito mirabile. L’esito di portare a “conoscere” oltre, a cercare. Il tempo è quello che è, ma come sempre chi vuole fa. Attesa alla fermata, dal barbiere, mentre cammino. Così ho letto diversi siti per saperne di più. Non sto divangando, il vero tema che mi sta in testa è partire per andare oltre, per cercare oltre quello che si vede in prossimità. Mi scrivo proprio oggi un’amica, “la Chiesa ormai sta perdendo quota e di molto”. La mia amica è una scrittrice e poeta. Le faccio la domanda: <<Conosci Dorothy Day?>>. Le suggerisco un blog che ho selezionato tra diversi. Mocellin suggerisce Catholic News Service, personalmente sono passato per The Washington Post, altri siti americani, il nostro Osservatore Romano e infine Prospettiva Persona che in se è un’altra scoperta. Così ho tra le mani elementi che mi parlano di una storia molto più grande dell’esperienza cristiana, che non ha i suoi confini in una parrocchia o in una chiesa. Di una storia molto più grande di un cristianesimo attivo e operante al fianco dell’Essere Umano per il suo sviluppo, la sua crescita, la sua realizzazione. Di una storia molto più grande di un’esperienza cristiana che non si rassegna “alla cultura dello scarto”. Che sa benissimo che se un povero ha fame non puoi “insegnargli a pescare”, lo devi prima accudire, accompagnare, riscattare. Che sa che tutti ce la possono fare, ma che nel sistema che viviamo non tutti c’è la possono fare, eppure questo esperienza cristiana non vuole in nessuno modo smettere di occuparsi degli ultimi. Un’esperienza di santità, certo, è il nostro linguaggio di credenti.  Ma è un’esperienza che chiarisce bene i termini di questa prossimità a Dio e all’uomo. Dorothy Day abortisce, ha una vita amorosa di relazioni con uomini divorziati, convive. Fa esperienze politiche nel femminismo americano e nel socialismo. La sua è una vita dell’età contemporanea. Quando arriva all’incontro col Gesù che svela l’amore del Padre, <<tra l’uomo e Dio ho scelto Dio>> scriverà in un suo testo. Una volta ad un amico storico per laurea dissi proprio questa frase. La pensai al momento nell’ambito di una discussione sullo sviluppo del cammino della Chiesa. Mi venne in mente di commentare proprio così: <<Sono aperto ai cambiamenti, ma se dovrò scegliere tra Dio e l’uomo, sceglierò Dio>>. Una convinzione che mi è rimasta in mente. A quell’amico storico ho cercato anche di fargli leggere Thomas Merton e Charles De Focauld, Madre Teresa e Thérèse Martin,   Jean Vanier e Romano Guardini. Uomini e donne di esperienza cristiana di una storia più grande, che ritrovo tutti nella storia personale di Dorothy. Uomini e donne di questa esperienza di Cristo a cui hanno corrisposto prima di tutto con la parola e che lasciano in eredità all’Uomo la loro parola. Ogni vero cammino ha inizio con la parola, si orienta con la parola, comprende il viaggio con la parola.  Se ho realizzato qualche cosa nella mia vita, è perché non mi sono, mai, vergognata di parlare di Dio. Per Doroty Day, serva di Dio, hanno aperto la causa di beatificazione. Non sappiamo come finirà. Sappiamo dalla penna di Guido Mocellin su Avvenire di venerdì 31 gennaio 20202 che in Usa: <<C'è un film sulla "storia di Dorothy Day" (1897-1980), intitolato "La rivoluzione del cuore", che, prima ancora di andare in onda sul radiotelevisivo PBS, è diventato uno dei dvd più venduti su Amazon, nella categoria "documentari">>. Nel mondo tanti uomini e donne stanno cercando di realizzare il sogno di un mondo migliore. Dovunque c’è Cristo questo lavoro si fa.