Dorothy Day
Se mi avessero chiesto:
<<Conosci Dorothy Day?>>, avrei risposto: <<Attivista
cattolica americana degli anni Trenta>>. Guido Mocellin che scrive per
Avvenire, svolge un lavoro, -chediolobenedica-,
in quel modo sartoriale in cui informazione, cultura e formazione vengono confezionate
insieme con un esito mirabile. L’esito di portare a “conoscere” oltre, a
cercare. Il tempo è quello che è, ma come sempre chi vuole fa. Attesa alla
fermata, dal barbiere, mentre cammino. Così ho letto diversi siti per saperne
di più. Non sto divangando, il vero tema che mi sta in testa è partire per
andare oltre, per cercare oltre quello che si vede in prossimità. Mi scrivo
proprio oggi un’amica, “la Chiesa ormai sta perdendo quota e di molto”. La mia
amica è una scrittrice e poeta. Le faccio la domanda: <<Conosci Dorothy
Day?>>. Le suggerisco un blog che ho selezionato tra diversi. Mocellin
suggerisce Catholic News Service, personalmente sono
passato per The Washington Post, altri siti americani, il nostro Osservatore
Romano e infine Prospettiva Persona che in se è un’altra scoperta. Così ho tra
le mani elementi che mi parlano di una storia molto più grande dell’esperienza
cristiana, che non ha i suoi confini in una parrocchia o in una chiesa. Di una
storia molto più grande di un cristianesimo attivo e operante al fianco dell’Essere
Umano per il suo sviluppo, la sua crescita, la sua realizzazione. Di una storia
molto più grande di un’esperienza cristiana che non si rassegna “alla cultura
dello scarto”. Che sa benissimo che se un povero ha fame non puoi “insegnargli
a pescare”, lo devi prima accudire, accompagnare, riscattare. Che sa che tutti
ce la possono fare, ma che nel sistema che viviamo non tutti c’è la possono
fare, eppure questo esperienza cristiana non vuole in nessuno modo smettere di
occuparsi degli ultimi. Un’esperienza di santità, certo, è il nostro linguaggio
di credenti. Ma è un’esperienza che
chiarisce bene i termini di questa prossimità a Dio e all’uomo. Dorothy Day
abortisce, ha una vita amorosa di relazioni con uomini divorziati, convive. Fa esperienze
politiche nel femminismo americano e nel socialismo. La sua è una vita dell’età
contemporanea. Quando arriva all’incontro col Gesù che svela l’amore del Padre,
<<tra l’uomo e Dio ho scelto Dio>> scriverà in un suo testo. Una
volta ad un amico storico per laurea dissi proprio questa frase. La pensai al
momento nell’ambito di una discussione sullo sviluppo del cammino della Chiesa.
Mi venne in mente di commentare proprio così: <<Sono aperto ai
cambiamenti, ma se dovrò scegliere tra Dio e l’uomo, sceglierò Dio>>. Una
convinzione che mi è rimasta in mente. A quell’amico storico ho cercato anche
di fargli leggere Thomas Merton e Charles De Focauld, Madre Teresa e Thérèse Martin, Jean Vanier e Romano Guardini. Uomini
e donne di esperienza cristiana di una storia più grande, che ritrovo tutti
nella storia personale di Dorothy. Uomini e donne di questa esperienza di
Cristo a cui hanno corrisposto prima di tutto con la parola e che lasciano in
eredità all’Uomo la loro parola. Ogni vero cammino ha inizio con la parola, si
orienta con la parola, comprende il viaggio con la parola. “Se ho
realizzato qualche cosa nella mia vita, è perché non mi sono, mai, vergognata
di parlare di Dio”. Per Doroty Day, serva di Dio, hanno aperto la
causa di beatificazione. Non sappiamo come finirà. Sappiamo dalla penna di
Guido Mocellin su Avvenire di venerdì 31 gennaio 20202 che in Usa: <<C'è un film sulla
"storia di Dorothy Day" (1897-1980), intitolato "La rivoluzione
del cuore", che, prima ancora di andare in onda sul radiotelevisivo PBS, è
diventato uno dei dvd più venduti su Amazon, nella categoria "documentari">>. Nel mondo tanti uomini e donne stanno cercando di
realizzare il sogno di un mondo migliore. Dovunque c’è Cristo questo lavoro si
fa.