lunedì 22 novembre 2010

Ciao Antonietta

Antonietta è stata una donna mite e paziente tutta la vita. Siamo stati insieme nella stessa comunità neocatecuemnale da aprile di quest'anno. Dalla parrocchia da cui provengo il Cammino non c'è più, così sono venuto a San Giovanni in Porta San Gennaro. Lei e il marito Rosario sono stati per anni annunciatori del Vangelo. Certo, perchè lo hanno annunciato come catechisti, ma mi riferisco a quell'annuncio particolare e veritiero che è fatto con la testimonianza di vita. Una coppia esemplare, legata nella buona e cattiva sorte, conoscitori del Signore Nostro Gesù Cristo perchè a Lui si sono appoggiati tutta la vita. La parrocchia era piena di persone stamattina, venute a salutare l'anima di Antonietta che tornava alla casa del Padre. Questo viaggio nessuno può dire che non sia stato preparato negli ultimi giorni. Venerdì sera ci siamo incontrati per preparare la liturgia della Parola del prossimo mercoledì, sul tema - Morte -. Antonietta ha scelto di monire il vangelo di Luca di Gesù nel Getsmani. Proprio lei ha insistito perchè lo leggissimo sino al verso che dice <Non secondo la mia volonta, ma la tua>. Come dimenticare che lei ha detto, - Ma non so se ci sarò -. Lo ha detto perchè Rosario avrebbe dovuto avere un intervento, e per mercoledì poteva avere ancora bisogno della moglie in ospedale. Un sussulto al ripensarci. Morte, sia fatta la tua volontà, non so se ci sarò. Sabato sera ha cominciato a sentirsi male durante le messa. Ma ha voluto restare fino alla fine, per ricevere il Corpo di Cristo, il suo Viatico. Il Vangelo della celebrazione di Cristo RE si conclude con le parole <Stasera sarai con me in Paradiso>. Un'ora dopo questa proclamazione Antonietta ha avuto un infarto fulminante ed ha lasciato sulla terra il suo corpo mortale, in attesa della resurrezione. Morte, sia fatta la tua volontà, non so se ci sarò, stasera sarai con me in Paradiso. Questi sono i passaggi di questa preparazione. Siamo tutti attoniti, stupiti, addolorati. Credo che nessuno comprenda. Forse io per primo. Pensare che durante la preparazione di venerdì qualcuno poneva attenzione che non impiegassimo più di due ore. In effetti ce ne abbiamo messo una e mezza. Siamo borghesi. Abbiamo la grazia di praticare un cammino profetico, ma conta di più la nostra comodità. Siamo borghesi. Ci ammassiamo nelle chiese a salutare i "morti", con le lacrime agli occhi, ma nella stessa liturgia dimentichiamo i vivi. Siamo borghesi. Forse lo sono anchio. Ma trovo difficile credere che dimenticherò questi giorni. Trovo difficile pensare che non lasceranno una traccia duratura dentro di me. Trovo difficile pensare che penserò da borghese in futuro senza confrontarmi con questi giorni. Negli ultimi anni mi è stato difficile fare questo cammino di fede. Per via di preti interessati al proprio tornaconto, e diaconi teatranti. Per non parlare di fratelli che vogliono trasformare un Cammino Profetico in un gruppetto parrocchiale. Ma da oggi in poi la penso così. Il Cammino è la relazione che mi viene data di costruire con Gesù Cristo. Una relazione che nessuno può impedire. I preti, i diaconi, i fratelli possono annoiare con le loro modalità borghesi. Ma tutto si può sopportare per colui che mi amò. Ciao Antonietta. Da lassù sarai troppo presa a contemplare il volto del Padre per guardare quaggiù. Ma sono certo che ci penserai. Non mi aspettavo di doverti salutare. Capisco che posso partire anchio, e non lascerò che ci sia un solo momento senza vita. E i borghesi, ma che vadano pure per la loro strada.

Nessun commento:

Posta un commento