mercoledì 17 novembre 2010

Il Calice di Vino e il Battesimo


Manna Mallan e Sunny Asemota - Mostra a San Severo al Pendino - Napoli

E’ festosa l’atmosfera del vernissage degli artisti danesi Mallan e Asemota.  Sagome in legno di tuffatori, in un mare fatto di spazzolini. Di colorati spazzolini è anche il lungo colorato serpente che attraversa la navata, e i salici tropicali e i fiori che circondano il pubblico. E per sostenere gli artisti sono venuti dalla Danimarca, dall’ Olanda e dalla Francia. Una festa internazionale, con vino e tartine. I danesi sono sulle scale del vecchio convento a sorseggiare i loro calici di vino. Uno di essi è amico di Sunny e mi fa da guida tra le opere. Mi ha accolto con un gran sorriso davanti ad uno dei salici, mi ha offerto un calice di vino e mi ha parlato delle opere. Ha dato per scontato sin dal primo istante che parlassimo la stessa lingua. Posso capirlo, se partecipo ad un vernissage del genere, almeno devo avere una sensibilità per l’arte contemporanea, e devo conoscere l’inglese. Lingue internazionali, l’arte e l’inglese.
Altare Cappella Tocco - Duomo di Napoli
E’ raccolta l’atmosfera del Duomo di Napoli, in particolare davanti alla cappella della famiglia Tocco. Dove campeggia, sotto il Pegaso alato e sul pavimento, il motto SI QUI FATA SINANT. Se il destino lo consente. Ma preferisco intenderlo Se Dio Vuole. Quel Dio che in corpo anima e sangue è presente nella specie eucaristica del pane, custodita nel tabernacolo. Lì, per consentire la sosta dell’anima e la preghiera. Infatti mi metto in ginocchio col rosario. Ma un giovanissimo sacerdote, di chissà quale parrocchia, ha deciso di fare altro uso di quello spazio. Il fatto di vedermi in preghiera non gli impedisce collocare il suo gruppo di catechisti parrocchiali. Lì ha portati apposta per fare una bella catechesi sul battesimo. Venti persone dai 50 ai 60 anni, ascoltano. Io pure, costretto. Una serie ordinata di curiosità storiche su questo fondamentale sacramento. Non una parola sul suo valore profondo, fondativo, trascendente.   Potrebbe essere una lezioncina di religione a bambini delle elementari, fatta da un mullà musulmano. La fede non è il contenuto di questa catechesi. Non parliamo la stessa lingua io e il sacerdote, ed è possibile che non abbiamo nemmeno la stessa fede. Ci troviamo solo nello stesso posto. Io per pregare. Come altri venuti per lo stesso motivo. Ma siamo dovuti andare altrove. ZELUS DOMUS TUÆ COMEDIT ME. Chissà come la pensa quel giovanissimo sacerdote?
Arturo



 

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