Nella Chiesa si perde solo tempo
Può succedere nella vita di una
persona che attraversi un periodo di crisi, di quelle che oggi si chiamano
esistenziali. Magari, nello stesso tempo, la stessa persona, si trova ad
ascoltare una qualche forma di predicazione. Può darsi sia finita per caso, sia
stata invitata o anche di propria iniziativa abbia deciso di andare in Chiesa a
risolvere i suoi problemi. Persone che nella vita prendono decisioni ci sono.
Poche, ma qui e lì si incontrano. Ad ogni modo la persona arriva e pensa di
fermarsi. D’altronde dove stava prima in crisi c’è andata, tanto vale almeno
provarci. Diciamolo, dimostrare che Dio esiste ha la sua dose di difficoltà,
però provare che non esiste, difficile lo è anche di più. Cominciano le domande
scolastiche, come è nato l’uomo, la natura, l’universo? Poi seguono le
speculazioni filosofiche, cosa regge le complesse leggi universali? Ti arrivano
in faccia le parole difficili, escatologia, ontologia, e poi le domande
esistenziali da dove vengo, dove vado e
chiaramente la più difficile di tutte, chi sono? Allora se in crisi ci eri
appena entrato, finisce che la strada te le devi fare tutta. Pesando alle
complicanze, credere è più facile. Arrivano anche un poco di frasi belle. Dopo “peccatore convertiti”, c’è quella
bellissima che dice “Dio ti ama. Così
come sei”. Si sa, dove c’è gusto non
c’è perdenza. Accettata la predicazione, la crisi rip o rap, in un modo o nell’altro, passa. Hai un luogo dove
andare, degli incontri fissi a cui partecipare. La Domenica mattina hai un
appuntamento certo con la messa. Un po’ di persone nuove le conosci, ogni tanto
si va fare anche una gita, o secondo il nuovo gergo, un pellegrinaggio. Tutto
sommato la vita della persona ci guadagna. Si fa amicizia anche col parroco,
nel senso che lui ti chiama per nome, che è già una cosa niente male. Insomma
la vita della persona in crisi migliora abbastanza. Forse non tanto tanto,
abbastanza. A quel punto visto che uno si trova nell’ambiente e direttamente o
indirettamente si parla di Lui, un pensierino per cercare di conoscerlo viene
in mente. Dato che il libro dove si parla di Lui c’è, si può anche sfogliarlo.
Magari che quel cambiamento “abbastanza”, possa diventare un “totale”. Qualche
formula speciale potrebbe esserci, a cercarla bene chi può dire che non salti
fuori? Ah, le persone, per uscire dalle loro difficoltà a volte si imbarcano su
certe barchette che nemmeno sanno dove stanno andando. Sfoglia, sfoglia e in quel libro ci trovi
gente abbastanza “sfortunata”, piena di difficoltà, di problemi, prima ancora
che esistenziali, addirittura di sopravvivenza. A leggere certe storie ti
sorprende anche la dose di fedeltà a se stessi. Come quella Rut. Una tipa che
poteva andarsene per la sua strada e invece sceglie, pure lei è un tipo di
persona che fa scelte, di restare con la suocera, vedova e con tutti i figli
defunti. Per sostenerla nella povertà ne vive di problemi. Poi alla fine va
tutto bene si sposa Booz, che nome, e la sua discendenza è gente seria. Però,
oggi Rut non avrebbe avuto altrettanta fortuna. Le immigrate spesso finiscono
per strada. Un destino terribile. Forse questo libro di fronte ai veri problemi
di oggi una risposta non la saprebbe dare? Per esempio, visto che si è
accennato, cosa direbbe alle prostitute? La storia di Rut, o di quel poveraccio
di Giobbe? Certo da qualche parte trovi scritto, “le prostitute vi passeranno davanti”. Una minaccia non da poco. Da
qualche altra parte c’è persino un raccontino niente male. L’adultera che
andrebbe lapidata per la sua colpa, la legge è legge e come si sa non ammette ignoranza.
Invece gli uomini già pronti a compiere la giusta sentenza se ne vanno con la
coda tra le gambe, e il giudice dell’Universo la libera con amore paterno. Per
non dire di quella Maria di Magdala che resta fedele fino alla fine, diventando
apostola degli apostoli. Stessa
stoffa di quella Rut. Tutto sommato il libro è scritto bene. Ci sono diversi
esiti inattesi nelle sue storie. Vale la pena leggerlo. Poi tutte quelle
esortazioni a occuparti del prossimo, a perdonare, a dare una mano ai poveri
affinché la loro vita sia meno dura. Non puoi fare tutto, va detto chiaro.
Porgere l’altra guancia, perdonare le offese, pregare per i nemici, liberarsi
dei beni, fidarsi della Provvidenza. Qualche
cosa di pretenzioso la trovi scritta. Però se uno si sa moderare, qualcosa si
può fare. Certo c’è anche il rischio che un poco ti prende la mano. Magari
dedichi del tempo al volontariato. O ti succede che cominci a perdonare, ad
essere gentile con chi proprio non ne varrebbe la pena. Quel libro a leggerlo
fa strani effetti. Poi alla messa domenicale lo leggono, lo commentano e ti
danno anche l’Eucaristia. Che è pure peggio del libro. Infatti pare che sia
proprio Gesù vero, vivo. Ai giorni nostri si è ripresa anche l’antica usanza
dell’Adorazione Eucaristica. Così vai, ti metti davanti a questo pezzo di pane
e con la mente piena delle storie del libro cominci a parlargli. Lo puoi fare
proprio per il libro, che ti ha insegnato come pensa quello che stai adorando.
Sai che parla volentieri con gli umili, che gradisce le persone che scelgono,
che restano fedeli. Sai che non ama molto i miracoli, a dire il vero nel libro
tutto sommato sono pochi. Non sempre, ma spesso sono fatti malvolentieri. Ama
molto prendersi cura della storia, ma solo se uno lo lascia fare. Ed ama il “Si
Signore, avvenga come tu hai detto”. Letto libro, fatto un poco di pratica,
quelle parole smettono di essere segni sulla carta e diventano esperienza. Per
quella metterti a parlare col pane messo li da adorare non ti fa più tanto strano.
Anzi la presenza la vivi e la sperimenti. Soprattutto quando quella persona che
lo prega non dice sciocchezze, ma vede la vita con gli occhi di quei tipi del
libro. Dopo tutte queste cose, certo al vita cambia. Dipende un poco dalla
risposta che scegli di dare. Qualcuno cambia il trenta, un altro il sessanta e
un altro ancora addirittura cambia tutta la vita. Per sempre. Certo ci vuole
tempo. Niente accade all’improvviso. Mai nessuno ci rimette. L’unica cosa che
si perde è il tempo. Tutti lo sanno, per fare le cose bene, il tempo lo devi
perdere.
Arturo
Lania
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