lunedì 21 agosto 2017

Vuoi vedere che un dio non c’è

Vuoi vedere che un dio non c’è

Ormai ci siamo quasi al 25 agosto. Che si commemora? Santa Patrizia, di cui a Napoli si conservano il corpo e il sangue, che si liquefa come quello di San Gennaro. A Napoli, già da molti secoli prima di Maradona il grande, si scuaglia ‘o sanghe dinte’ ‘e vene. Ma qualche secolo prima ancora, l’anno 79 dell’era cristiana, accadeva un fatto molto più straordinario. Dal 24 al 25 agosto spariscono Pompei, Ercolano e rasa al suolo è Castellamare. Tre ricche, floride, spensierate città romane. Un mattino la popolazione si svegliò per la “solita vita”, ma andò a dormire molto tardi per non svegliarsi proprio più.  - Avresti potuto sentire i cupi pianti disperati delle donne, le invocazioni dei bambini, le urla degli uomini: alcuni con le grida cercavano di richiamare ed alle grida cercavano di rintracciare i genitori altri i figli, altri i coniugi rispettivi; gli uni lamentavano le loro sventure, gli altri quelle dei loro cari taluni per paura della morte, si auguravano la morte, molti innalzavano le mani agli dei, nella maggioranza si formava però la convinzione che ormai gli dei non esistessero più e che quella notte sarebbe stata eterna e l'ultima del mondo. Ci furono di quelli che resero più gravosi i pericoli effettivi con notizie spaventose che erano inventate e false. Arrivavano di quelli i quali riferivano che a Miseno la tale costruzione era crollata, che la tal altra era divorata dall'incendio: non era vero ma la gente ci credeva. – A parte le mie due uniche lettrici, sulle quali conto, vi abbraccio, probabilmente nessuno altro leggerà questo, peccato. L’estratto della seconda lettera di Plinio a Tacito è un passo formidabile. L’autore è quello giovane, il vecchio Plinio è appena morto. Ha provato a portare i soccorsi alle due sfortunate città e da buon eroe si immola sull’altare dell’altruismo, con i polmoni pieni di anidride carbonica, di cenere e altro, si addormenta esausto sulla spiaggia di Castellamare senza svegliarsi più. Nel brano mi colpisce che in quel cataclisma c’è chi tranquillamente diffonde notizie false, come se le vere non bastassero per il dramma o come se occorresse un po’ di fantasia per diffondere paura, che da sola si spargeva sulle persone più velocemente della cenere. Poi, come non fermarmi sulla frase: - nella maggioranza si formava però la convinzione che ormai gli dei non esistessero più e che quella notte sarebbe stata eterna e l'ultima del mondo -. Proprio oggi c’è stata The Great American Eclipse, la grande eclissi americana, che coast to coast, come il tour di un viaggio di nozze, ha attraversato gli Stati Uniti d’America. La luna ha coperto il sole, immergendo il grande paese in un buio spettacolare. Dato che non muore nessuno, lo spettacolo fa pensare che un dio c’è, anziché lassù siano spariti tutti. La speranza che la notte passi e che il sole lo si possa rivedere fa una differenza decisiva per scegliere in cosa credere.
Nell’ultima settimana, la morte ha continuato il suo mestiere di alleggerire il pianeta da un po’ di presenze umane. Ma quando sono uomini a darle una mano per scegliere quali portarsi via, questo mestiere naturale fa orrore. Una catastrofe spaventosa è la guerra, che non ha mai un vero motivo, oggi nemmeno ci provano a fornirne uno. Puro odio. Una nube di cenere e lapilli sta portando il buio. - Avevamo fatto appena a tempo a sederci quando si fece notte, non però come quando non c'è luna o il cielo è ricoperto da nubi, ma come a luce spenta in ambienti chiusi. – Lo scrive sempre Plinio il giovane. Credo che il momento storico che stiamo vivendo, assomigli assai al buio di quella notte del 79 dopo Cristo. Con la nube di buio si diffonde la paura e la follia delle menzogne di quanti desiderano che la paura uccida, ancora prima che la vera morte arrivi. Da cristiano, in tempi così cupi, mi aspetto novene, rosari, tante, tante preghiere. Invece, tra cristiani cattolici, litighiamo. Accogliere, respingere. Ius soli, sole delle scarpe per calci in culo. Mi scuso, non sono bravo in latino. Fratelli, nemici infedeli. Ascoltiamo il Papa, quell’imbecille del Papa. E sì, siamo a questo punto. Il Vangelo, state calpestando la fede. Su un’espressione c’è unanime convergenza. In nome di Dio. Piace dirlo ad entrambi le parti. Sembra difficile crederlo, ma in un simile scontro c’è persino una terza posizione. Stare dalla parte degli ultimi e dei diseredati, senza credere per questo di essere araldo del Vangelo, interprete di Dio, custode di una vera Chiesa. Mi viene più da pensare a Plinio, il vecchio. Per l’età e per la panza. Non gli andava proprio di vederli morire e nonostante il cataclisma e il correlato maremoto, attraversò il golfo. Si riempì i polmoni di aria bollente e ceneri e sfinito, come ho detto, si addormentò. La miscela micidiale che si respira oggi è quella diffusa con il più potente mass media della storia, la rete. Fatta di odio, notizie false, manipolazioni, violenza.  Provare a riflettere, a capire, ormai è un esercizio possibile solo con la scrittura. Le persone sanno talmente tutto, che hanno la testa troppo piena per far muovere in esse i pensieri, far entrare le informazioni accertate, e mettere in circolo idee. Quando in questo buio diffuso, si accendono barlumi di speranza, la grigia cenere arriva repentina, come un coyote. Don Massimiliano Biancalani a Pistoia, parrocchia di Vicofaro, si occupa di migranti. Sulla sua pagina ha postato le foto di una giornata in piscina della comunità di africani assistita dalla sua associazione. Ha fatto il piccolo errore di scrivere sotto antifascista e antirazzista. Botte da orbi. La sua pagina è stata seppellita da migliaia di insulti. Anche dei cattolici, che sono gentili quando scrivono “sbruffone esibizionista”. Non chiedetemi che differenza passi dalla giornata in piscina di don Massimiliano e i miliardi di post di gente che mangia un gelato, prende il sole, o porta a spasso il cane. Va da se che è inutile rispondere. Allora forse è vero, la notte si è fatta così buia che persino gli dei sono spariti? Nella vita so una cosa, che nel buio la luce può arrivare da qualunque luogo. Così oggi, la rete è davvero una grande opportunità, ho trovato una storia, vera. Lei si chiama Ilaria Bidini, di Arezzo. Una donna straordinaria, a cui la paura, gli insulti, il buio, fanno l’effetto di un po’ di prurito che va via con una grattata. Ha trentuno anni ed è nata con una malattia che si chiama osteogenesi imperfetta. Mi fa paura solo il nome. Frena lo sviluppo del cinquanta per cento e si caratterizza per una fragilità delle ossa. Infatti Ilaria è piccolina, vive su una carrozzina, è fidanzata, ha mille interessi e vive pienamente la sua vita. Non ve lo aspettavate? Praticamente è una persona realizzata. Come racconta lei stessa, la deridono e la insultano sin dalla scuola. La crudeltà umana è incomprensibile. Ma a lei non importa nulla. Le piace vivere e vivere la sua vita, non quella di qualcun altro. - Io e la mia normale disabilità - è il titolo del suo libro. La chiave per affrontare tutte le avversità della vita l’ha individuata nella resilienza, la capacità psicologica di affrontare e adattarsi al cambiamento. I fessi che la insultano sono marginali, niente le impedisce di essere lei stessa una luce. Ha un suo canale YouTube e una sua pagina Facebook su cui fa del vero esibizionismo della forza di vivere e del suo magnifico sorriso. La sua malattia è come l’eclissi di sole, uno spettacolo della natura. Il buio arriva e passa, perché il sole non ha smesso di splendere. Con il suo entusiasmo viene più facile pensare che Dio c’è davvero. - Ritornati a Miseno, e preso quel po' di ristoro che ci fu possibile, passammo tra alternative di speranza e di timore una notte ansiosa ed incerta. Era però il timore a prevalere; infatti le scosse telluriche continuavano ed un buon numero di individui, alienati, dileggiavano con spaventevoli profezie le disgrazie loro ed altrui. Noi però, quantunque avessimo provato personalmente il pericolo e ce ne aspettassimo ancora, non venimmo nemmeno allora alla determinazione di andarcene prima di ricevere notizie dello zio. Plinio il giovane scrive così verso la fine del suo racconto epistolare. D’altronde davvero la natura ha appena colpito, mentre scrivo un terremoto si è verificato su l’isola d’Ischia. Verranno altre disgrazie. La razza umana sta praticando continui atti di sabotaggio alla sua pacifica esistenza. Lo sappiamo. Però mi piacciono le parole non venimmo alla determinazione di andarcene. Il giovane nipote desidera notizie dell’eroico zio, la cui memoria resterà affidata alla storia. Mi piace ispirarmi a questo rigo pensando che niente ci deve far venire alla determinazione di andarcene, prima dell’arrivo del sole. Non sappiamo se sorgerà sempre. Ma c’è tanto bisogno di una mano e chi ha voglia di darla ha disposizione tutto il lavoro che vuole. E finché ci saranno uomini e donne di buona volontà, finché don Massimiliano avrà il coraggio di navigare nel maremoto, finché Ilaria sorriderà durante l’eclissi, allora Dio ci sarà sempre. Il Dio vero, il Dio tra la gente.

                                                                                  Arturo Lania

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